LA BATANINA - Una “PIETRA MILIARE” nella storia di Tresigallo.

Ho pensato di regalare a tutti gli amici qualche foto e una storia intrigante e poco conosciuta di Tresigallo.
Riprendo così, in anticipo sul previsto, la rubrica “ CONOSCERE TRESIGALLO”.

LA BATANINA - Una “PIETRA MILIARE” nella storia di Tresigallo.
Circa un mese fa, durante un giro in bici, mentre percorrevo la strada da Sabbioncello San Pietro verso Fossalta, sono stato sorpreso da un violentissimo temporale. Il forte vento e la pioggia mi hanno costretto a riparare, tutto bagnato, presso una casetta diroccata adagiata sulla sponda sinistra del Po di Volano:
“LA BATANINA “.
Aspettando la fine del temporale, rinchiuso in quel luogo, dove il tempo sembrava essersi fermato ai primi del 900, mi sono ricordato della storia della fornace che mi aveva raccontato alcuni anni prima il Sig.Ruina, ultimo discendente di una famiglia di fornaciai. Da bambino aveva visto lavorare, nella costruzione dei mattoni, la sua famiglia coadiuvata dagli abitanti delle possessioni limitrofe. In quell’ansa del Po di Volano il fiume drenava materiale adatto per fare i mattoni. Ogni lavorante aveva il proprio ruolo: fuochista, fornaciaio, carbonaro, manovale. Il carbone per alimentare il forno, arrivava da Marghera trasportato lungo il Po da barconi. Lo smaltatore impastava l’argilla, lo stampatore la metteva negli stampi che il manovale portava sull’aia a essiccare al sole. Infine i mattoni erano trasportati con apposite carriole nel forno, e dopo la cottura, accatastati come prodotto finito. Ovviamente una lavorazione completamente manuale comportava una produzione molto limitata ma sufficiente per le esigenze della gente di quel periodo storico. Infatti, tradizionalmente, quando le famiglie cuocevano il pane (ogni 8/10 giorni) mettevano alcuni mattoni fatti a mano nell’UCHIL del forno (termine che deriva da oche: era il piccolo vano che stava sotto il forno di campagna, nel quale nei periodi freddi, andavano a ripararsi le oche e le galline). I mattoni fatti a mano erano tutti diversi tra loro e spesso, con il tempo, manifestavano difetti di struttura e porosità dovuti al rudimentale metodo di cottura.
La materia prima di questi mattoni era il “ TIVAR” (malta argillosa idonea per essere plasmata) che la gente andava a scavare ai bordi dei maceri o al “Canalone”.
Quando, nel 1935 Edmondo Rossoni iniziò la rifondazione di Tresigallo (interrottasi nel 1939/40 a causa della seconda guerra mondiale), la richiesta di mattoni aumentò considerevolmente. Le fornaci di Migliaro, Migliarino e Massafiscaglia, tradizionali fornitrici di materiale edile si erano consociate nella S.A.C.E.( Società Anonima Costruzioni Edili: l’edificio si trovava in Piazzale delle Milizie, ora Piazza dei Mille, di fronte all’Ammasso grano) ma non riuscivano più a soddisfare la richiesta. Nello stesso periodo, i gestori della fornace BATANINA acquistarono una “mattoniera” meccanica che funzionava con una macchina a vapore. In seguito con l’avvento dell’energia elettrica migliorò ulteriormente la produzione passando da un sistema manuale ad uno elettromeccanico. I mattoni prodotti alla BATANINA aumentarono notevolmente ed erano trasportati nei cantieri di Tresigallo con i camion “CARNERA” (Probabilmente Fiat 634, un autocarro pesante prodotto dalla Fiat Veicoli Industriali all’inizio degli anni 30).
La crescita del nuovo paese fu velocissima grazie alla costante fornitura di mattoni da parte di tutte le fornaci ma anche per il nuovo sistema di lavoro in campo edile. Infatti, furono impiegate le campanelle “DECOUVILLE” (vagoncini di ferro con sezione a V basculanti sui due lati per lo scarico del materiale e viaggianti su binari a scartamento ridotto facilmente montabili e smontabili) che permettevano di spostare rapidamente il materiale edile dall’area di accumulo al posto di lavorazione. Le campanelle, che normalmente erano usate nelle miniere, rappresentano per Tresigallo il passaggio dal lavoro manuale (carriole e badili) a quello meccanizzato.
La BATANINA è stata una “PIETRA MILIARE” nella storia di TRESIGALLO, una fornace che ha prodotto quintali di mattoni che hanno reso possibile la costruzione di una nuova città.